editoriali a cazzo di cane

Archive for the ‘piove governo vago’ Category

Christmas crisis

In piove governo vago on 17 dicembre 2013 at 18:34

Mia madre è angosciata perché non riesce a fare il presepe.

– I contadini e i pescatori sono a manifestare con i forconi.
– Il bue e l’asinello glieli hanno abbattuti per non so quale virus.
– I re Magi sono bloccati al casello per manifestazione.
– Giuseppe e Maria sono chiusi in un centro di accoglienza per immigrati.
– Il bambino non sa dove piazzarlo perché non saprebbe che cittadinanza dargli.
– Il fabbro e il falegname che erano rimasti soli si son rotti le balle e sono al bar.

E io non so come dirle che deve pagare la TARES sulla stalla.

Nostalgia canaglia

In piove governo vago on 9 dicembre 2013 at 08:31

Matteo Renzi nuovo segretario del Partito Democratico.

Adesso finalmente capite perché mangiavamo i bambini.

Scusa Enrico.

Il colmo per…

In piove governo vago on 4 dicembre 2013 at 13:24

Il colmo per un comico? Creare un movimento (politico) di persone senza senso dell’umorismo.

Sindrome Svedese

In piove governo vago on 28 novembre 2013 at 20:15

“Non ce la faccio. Dopo diciannove anni e otto mesi esatti non ce la faccio ad esultare, proprio no. Sono disorientato, affranto e disperato. Mi sento triste e afflitto da un profondo e doloroso senso di abbandono. Un buco nero che non so come colmare. Qualsiasi cosa funge da alibi per riportare alla memoria due decenni di vita. Mi ritrovo a piangere di fronte al poster dei mondiali dell’82 con sotto la scritta “FORZA ITALIA”; mi intenerisco davanti ad una prostituta minorenne; vago senza meta in cerca di evasori fiscali da abbracciare; nutro uno smisurato odio nei confronti di tutti i giudici senza alcuna distinzione e appartenenza politica, compresi quelli di X-FACTOR. E non so cosa fare. Ho passato la notte ad ascoltare inni che dicono che tu ci sei, con la scatola del MONOPOLI sul tavolo, sostituendo tutti gli imprevisti “ANDATE IN PRIGIONE DIRETTAMENTE E SENZA PASSARE DAL VIA” con le probabilità “AVETE IL PERMESSO DI REALIZZARE UN DECRETO LEGGE A VOSTRO FAVORE” ma tu non ci sei. E così rimango qui, con addosso Leggi il seguito di questo post »

Malerba

In piove governo vago on 22 novembre 2013 at 09:14

C’è della nuova erba in città…e non è per niente buona.

MALERBA 1

Demokrazia ®

In piove governo vago on 12 novembre 2013 at 12:13

Voce1: Dem Inc. buongiorno, desidera? (pausa) Si…si…si, certo…guardi, le passo direttamente l’ufficio commerciale così possono darle risposte più precise. Rimanga in linea, buona giornata.

Silenzio (si sente un jingle)

Voce2: Dem Inc. ufficio commerciale, buongiorno. In cosa posso esserle utile? (pausa. ascolta) Si…si…si (pausa) certo (pausa) capisco (pausa) capisco perfettamente. Guardi, intanto io Le do alcune indicazioni di massima così da consentirle di farsi un’idea poi magari con calma può dare un’occhiata al nostro sito in cui sono riportate le nostre attività e le metodologie. (pausa) Certo, certo, si figuri. Le spiace se Le faccio qualche domanda così per capire di che ambito si tratta? (pausa) Grazie. Allora, innanzitutto, Lei conosce già il nostro prodotto? Ha mai avuto modo di utilizzarlo? (pausa. ride) No, non si preoccupi, è così per la maggior parte dei nostri clienti. Diciamo che è abbastanza normale. (pausa) Si, infatti. Dunque, intanto di che numero di abitanti stiamo parlando.? Più o meno, ovviamente. (pausa) Si, densità quindi medio-bassa, diciamo. (pausa) Certo. Si ma Le dico, questo non è un problema, nel caso avvenga una crescita improvvisa nel periodo successivo al trattamento si interviene con delle applicazioni mirate a seconda della necessità. Altra cosa, attualmente che tipo di gestione avete? (pausa) Certo, si, capisco, quindi in prevalenza conduzione familiare. (pausa) Si, è la più comune. (pausa) Certo. (pausa. ride) Eh, i figli so’ piezz é core, come si dice. (pausa) Poi…senta…siete l’unica attività in loco o ci sono anche attività concorrenti? Leggi il seguito di questo post »

I dormienti

In piove governo vago on 8 novembre 2013 at 08:42

Estate 1985. Nel retrobottega del bar “LE ZIZZE”, periferia di Roma. La stanza sarà illuminata da una semplice lampadina. Cinque uomini saranno seduti attorno ad un tavolo.

UOMO1: allora è deciso,  quando il caos regnerà  nuovamente ed i simboli saranno allineati attiveremo i dormienti. Siamo tutti d’accordo?

UOMO2: si

UOMO3: si

UOMO4: si

silenzio

UOMO1: Amintore, sei d’accordo?

silenzio

UOMO1: Amintore?

silenzio

UOMO1: Ciriaco, fammi una cortesia sveglia Amintore.

UOMO2: (scuotendo energicamente l’uomo al suo fianco) Amintore. Amintore. Amintore!

UOMO5: (apre gli occhi) si? Che c’è?

UOMO2: Ti sei addormentato. Giulio chiedeva se sei d’accordo con l’operazione  “Tarallucci e vino”.

UOMO5: Oh. Ah. Si, certo. Come no.

UOMO1: le parole che dovranno essere pronunciate sono scritte su questo foglio. Ora lo sigilliamo in una busta che sarà depositata nella cassetta di sicurezza di una banca svizzera. E li rimarrà fino al giorno indicato dalla profezia. (pausa) Licio, passami il sigillo. (pausa. lo guarda) Non è necessario il cappuccio oggi, Licio. Possiamo farne a meno. Leggi il seguito di questo post »

Un orgogliona verde domenica

In piove governo vago on 8 novembre 2013 at 08:38

Il C.O.L.I.O.N.S. : Comitato Organizzativo Leghisti Italiani Orgoglio Nazional Separatista organizza per domenica una gita fuori dalle cinta murarie.

1) Ore 6,00 ritrovo in piazza Generale Borghezio

2) Ore 6,30 partenza con autobusverderamarro

3) Ore 6,35 esecuzione esercizi ginnici da fermi; descritti nel manuale del “Leghista in salute”

4) Ore 6,37 intrattenimento con canzoni popolari quali: “ El terun che’l spusa”, “ Extracomunitario vattene via”, “Il gommone bucato”, “ Bossi, Bossi, eia eia allalà!” (tutti sono tenuti a cantare).

5) Ore 7,30 sosta per colazione in autogrill “Giussano 3” e scrittura, con pennarello indelebile,di improperi e frasi razziste nei bagni dello stesso autogrill.

6) Ore 8,30 ripartenza dall’autogrill e ripresa canzoni popolari (tutti sono tenuti a cantare)

7) Ore 9,00 presentazione programma del C.O.L.I.O.N.S. anno 2010.

8) Ore 9,03 presentazione Nuovo Manifesto Ideologico del C.O.L.I.O.N.S

9) Ore 9,05 descrizione tecniche A.S.I. (Abbattimento Straniero Indesiderato) secondo le nuove normative europee.

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Debigflai

In piove governo vago on 7 novembre 2013 at 08:54

All’una di mattina del ventiquattro maggio il letto numero sedici del reparto di medicina dell’ospedale “Mario e Pippo Santoanastaso” di Grantortello era occupato da Artemio Trombin di professione fabbro in pensione. Motivo del ricovero:  infarto del miocardio dovuto al sovrappeso associato al dolore straziante per la prematura perdita del suo amato iguana Karl Marx. Nel letto a fianco riposava Giuseppe Folletti detto “Brugola”, di professione idraulico, elettricista, a volte pittore. Motivo del ricovero: intossicazione alimentare dovuta a una non meglio precisata quantità di grappa di pioppo ingerita la sera stessa e  prodotta in casa dallo stesso Folletti. Il Trombin era stato ricoverato il giorno precedente. L’occlusione arteriosa lo aveva colpito a tradimento durante l’ora di pranzo ed era crollato, come ciccio morto cade, finendo con la faccia dentro la terrina di gnocchi al ragù fatti in casa; di fronte lo sguardo impietrito e un po’ schifato della moglie. Portato a terra dal secondo piano con la gru di un camion da traslochi, era stato trasportato d’urgenza al pronto soccorso con gli gnocchi ancora fumanti dentro il taschino della camicia e non si era più ripreso. Lo avevano successivamente trasferito nel reparto di medicina e ora, Artemio Trombin fabbro in pensione, disteso sul letto, vestito come un paggetto gigante, con un paio di pantaloni del pigiama, azzurri, di due taglie più piccoli, una canottiera con intarsi di ragù sul ventre rotondo, giocava la sua drammatica partita con la morte. Alle due del mattino la morte vinse per uno a zero. Non c’era nessuno vicino a lui quando accadde e, d’altro canto, i decessi in ospedale sono all’ordine del giorno (anche in cantiere ma questa è un’altra storia). Ma se qualcuno fosse stato presente si sarebbe accorto del momento in cui veniva esalato l’ultimo respiro se non altro per il fatto che, un istante dopo la sua dipartita, il corpo di Artemio Trombin di professione fabbro in pensione, era sospeso in aria a circa un metro dal letto. Quando Marisa Perelli, infermiera neodiplomata al suo primo incarico, un quarto d’ora dopo entrò nella stanza, non si avvide subito dello strano evento che si stava verificando in quel momento sul letto numero sedici; anche perché la stanza era immersa nel buio e la Perelli era immersa nel rincoglionimento da sonno. Leggi il seguito di questo post »

Uot is lov

In piove governo vago on 7 novembre 2013 at 08:50

Qualche giorno fa ho compiuto quarant’anni…circa…circa quarant’anni. Capita, quando ci si trova più o meno nel mezzo del cammin della nostra esistenza, di ritrovarsi a riflettere sulle cose che si è fatte in tutto questo tempo; di pensare alle scelte giuste e sbagliate; di ricordare i bei momenti. Non dico con lo stesso atteggiamento di un ottantenne con un piede nella fossa e uno in coda alle poste ma più che altro come un viaggiatore che faccia il punto della situazione una volta giunto a metà del viaggio. Insomma, mi riferisco a quei momenti in cui ci si trova in totale solitudine con noi stessi. Momenti in cui ci si può concentrare e rilassare allo stesso tempo. Ascoltare solo il suono del tuo respiro e i pensieri vagano. Poi ti alzi dal water, ti pulisci, tiri l’acqua e va bene così. Ecco, in uno di questi momenti di straniamento mi sono ritrovato a pensare che a molti, non dico tutti ma a molti dei quesiti che mi sono posto nella vita sono riuscito a dare una risposta. Domande del tipo “ esiste Dio?”, “avrò spento il gas”, “sarò deficiente perché pago le tasse”, eccetera, eccetera, eccetera. E invece no. I miei punti saldi costruiti faticosamente in quarant’anni non sono poi così saldi. L’ho capito una sera. Qualche giorno dopo il mio…circa compleanno…sono uscito con una donna…senza pagarla…e non aveva optional; che ci crediate o no era una gnocca indescrivibile. Si, so a cosa state pensando, ma non aveva avuto un ictus. Ad ogni modo, vista la “gnoccaggine” del soggetto, ho deciso di prenotare in un ristorante molto alla moda, particolarmente elegante. Aveva le sedie, i bicchieri, le posate, la luce… insomma, una figata. Ci sediamo al tavolo, il cameriere ci porta i menù lei lo apre mi guarda e mi dice “Non spaventarti ma sono a dieta” e, per qualche strana congiunzione astrale che ella giustifica con teorie zoroastriane post LSD, comincia ad ordinare le pietanze presenti solo sulle pagine dispari…tutte, dal sedano in pinzimonio fino all’Amarula che è una crema di liquore, originaria dello Zimbabwe; gli ingredienti principali sono zucchero, panna e il frutto dell’albero denominato Marula , chiamato anche “Albero degli Elefanti” o “Albero del Matrimonio”. A metà cena gli altri commensali hanno cominciato ad applaudirla pensando che si trattasse di un gioco di illusionismo in cui spariscono i cibi. Più o meno all’altezza del filetto al pepe verde lei mi guarda e mi chiede “Secondo te, cos’è l’amore?” Leggi il seguito di questo post »

Sette secondi

In piove governo vago on 7 novembre 2013 at 08:40

Mi chiamo Tito…e non ho più alternative. Capita.Una notte di quindici anni fa un uomo saggio mi chiamò a casa sua. Mi fece sedere, mi offrì una birra e poi, fissandomi dritto negli occhi, mi disse:-Ricordati sempre una cosa, Tito, in qualunque situazione tu ti verrai a trovare nella vita, fai sempre in modo di avere già un’alternativa pronta per poterne uscire. Sempre. Un giorno, quell’alternativa potrebbe fare la differenza.Io annuii, con la sfrontatezza di chi la vita la prende a calci in culo tutti i giorni senza problemi. Poi, quell’uomo saggio, prese il telefono, compose un numero guardandomi con l’espressione di chi la vita l’ha invece vissuta già due volte, e pronunciò più o meno queste parole: -Lui è qui, venite a prenderlo e non dimenticate il patto. Riagganciò, sfilò la pistola che teneva dietro la schiena con la nonchalance di una mignotta che ti chiede la marchetta e disse: -Mi dispiace ragazzo ma questa volta la mia alternativa sei tu. Capita. Sta a te, ora, trovare la tua. In una manciata di secondi la mia mente passò dallo stato di ammirazione per quell’individuo, all’elenco di epiteti più o meno volgari nei confronti di sua madre per giungere in fine alla ricerca di una stronza alternativa che, ovviamente, non trovai. Ma l’incoscienza dei vent’anni travestita da coraggio, si sa, può a volte supplire alla mancanza di alternative. Il mio scatto fulmineo lo colse impreparato. Puntai dritto verso la mano che mi puntava l’arma e gli bloccai il braccio. Fu il calcio più doloroso che io abbia mai preso nelle palle. Cadi in ginocchio di fronte a lui che scuoteva la testa. Senza fiato e con lo sguardo annebbiato dal dolore. Rimasi in quello stato per circa dieci minuti, giusto il tempo necessario all’arrivo dei miei nuovi custodi. Erano in due ma la luce della lampada alogena proiettava sulle parerti l’ombra di quattro persone. I gemelli Kasinsky erano la creme della creme. L’elite nel campo del problem solving. Avevano scomodato i migliori. Questo poteva voler dire solamente due cose: Leggi il seguito di questo post »

Statale 61

In piove governo vago on 7 novembre 2013 at 08:31

Il Sig. Iovich chiude delicatamente il vano portabagagli della sua monovolume, apre la portiera posteriore destra, sistema con cura sul sedile la valigia antiurto modello Spacelab, effettua un giro di ispezione per verificare le condizioni del mezzo (ottimali), scavalca con attenzione l’inusitata quantità di materiale organico rinvenuto vicino alla parte anteriore della macchina (ottanta grammi circa ad una prima stima visiva) e prodotta presumibilmente dal pincher di proprietà della signora del secondo piano, verifica che i suoi mocassini di pelle non riportino segni del suddetto materiale -gnu gnu gnu- (vocalizzazione parossistica associata ad un tic sonoro che il Sig. Iovich manifesta in condizioni di stress o di eccitazione), pulisce con il fazzoletto un piccolo sbuffo di fango sulla fiancata, si toglie il loden, lo piega con cura, sale sull’auto, adagia il loden sul sedile posteriore andando a coprire la cartellina contente gli appunti del manoscritto in attesa di pubblicazione “ IPOTESI PER LO SVILUPPO DI NUOVE VARIANTI ALL’INDICE DI HIRSCH IN BIBLIOMETRIA di A. Iovich”, allaccia la cintura di sicurezza, pulisce gli spessi occhiali da vista con l’apposito feltrino, sistema il retrovisore, controlla l’ora ( 8:30), la lancetta del carburante (F), lo stato di Matilde seduta sul sedile del passeggero (fase R.E.M.), guarda nello specchietto laterale sinistro assicurandosi che non giunga nessuno, aziona la freccia, ricontrolla lo specchietto laterale, ingrana la marcia, si immette in strada. -Gnu gnu gnu. Sta lasciando la città; non è la prima volta che cambia città ed è probabile che lo faccia ancora in seguito. Attraversa la via principale del centro mentre accende il navigatore satellitare di nuova generazione che lo porterà a destinazione con un margine massimo di errore di dieci metri.

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‘O caffé

In piove governo vago on 5 novembre 2013 at 11:15

E questo è tutto, Don Fefè. Quanno agg vist trasere chillo fetentone col pacco in mano mi sono detto “ Chistu cca nun è òmmo ‘e Don Fefé”. Io sono suo uomo fedele, Don Fefé. Lei lo sa. Mai farei qualcosa che vi risulti sgradita. Gli uomini suoi io li conosco. E questo mi arriva e mi dice “ Qualcuno verrà a ritirare il pacco. Tu glielo devi dare senza fare domande. Hai inteso?”, con quella sua faccia da strunzo. “Ma vattenne a fanculo!”. No, non a lei Don Fefè, a chillo strunzo. E allora, che avevo da fare? Don Fefè. E se c’era dentro qualcosa contro di voi? Na’ spiata. Na’ bbomba. Nu pìézz ‘e récchia còmme nei film. Don Fefè…io l’agg apiérto. Non le dispiace se fumo, vero Don Fefè? E che sto nù poco agitato pe’ tutte sti ccose. Che c’avrebbe una sigaretta Don Fefè? Grazie. Ne vuole una? Ah, già, scusi, ‘o pacchetto è ‘o suo. Insomma, Don Fefè, duecientomila euri ce stiveno. Duecientomila euri e nu’ foglietto con scritto “ Don Fefè. 25 giugno. +”. Nu’ biglietto col nome vostro e una croce. Don Fefè, io m’agg messo paùra. ‘O nome vostro e na croce. Nun capivo che vulesse dì. E’ stata chilla zoccola ‘e Cuncettina, la muglierà mia, che m’ha introdotto il dubbio nella capa. Eh si, Don Fefè, proprio lei, Concettina.Quando ha visto il pacco con i soldi e il bigliettino ha detto “ Uh maronna mia! Ma non capisci! Vogliono accìrere a Don Fefè e questo è il pagamento per l’assassino!” . Don Fefè, ammetterete pure voi che la cosa poteva essere. Ci stanno molti mariuoli in giro che non amano la vostra faccia. E sbagliano, Don Fefè. Sbagliano. Perche vùje siete un grand’uomo. Poi, dopo aver contato i soldi, duecientomila euri Don Fefè, Concettina m’ha guardato e m’ha ritt’ “ Bisogna avvisare Don fefè. Subito. Non parlare con nessuno. Solo con isso. Hai capito?”. Io, Don Fefè, all’inizio volevo chiamare il vostro amico Don Fifì ma la zoccola m’ha detto” Eh, bravo strunzo, e se è proprio Fifi che la fa a Fefè?” Don Fefè, dovete ammettere pure vuje che il discorso “Fifì la fa a Fefè” ci poteva pure stare. Leggi il seguito di questo post »

Sapevatelo

In piove governo vago on 31 ottobre 2013 at 11:26

Un po’ di storia

La satira (dal latino satura lanx, il vassoio riempito di offerte agli dei) è un genere della letteratura e di altre arti caratterizzata dall’attenzione critica alla politica e alla società, mostrandone le contraddizioni e promuovendo il cambiamento.

Fine storia

Un po’ di informazione

« La satira è quella manifestazione di pensiero talora di altissimo livello che nei tempi si è addossata il compito di castigare ridendo mores, ovvero di indicare alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili di persone, al fine di ottenere, mediante il riso suscitato, un esito finale di carattere etico, correttivo cioè verso il bene. (Prima sezione penale della Corte di Cassazione, sentenza n. 9246/2006) »

Fine informazione


														

Autodafé

In piove governo vago on 8 agosto 2012 at 10:47

Luci diffuse. Una donna entra e si posiziona al centro del palco spostata verso il proscenio. Sarà vestita di nero. Maglioncino nero a collo alto, pantaloni neri. Piedi scalzi. Guarda verso la platea a cercare qualcuno. Si copre gli occhi per vedere meglio.

DONNA: Ci sei?  (Continua ad osservare. Fa due passi indietro) Allora, io direi monologo. Più introspettivo, più emotivo. Un bel pugno allo stomaco. Pam! Immediato, diretto, senza tanti fronzoli. La vita così com’è. Nuda e cruda. La verità sbattuta in faccia. Che te ne pare? silenzio Io sono una puttana (pausa). Anzi, sono stata stuprata. silenzio Anzi, no. Sto raccontando una storia. La mia storia. Mi trovo in un luogo non-luogo, una cosa un po’ onirica, minimalista. Molto asettica. Hai presente? Luci bianche, fredde, oggetti per terra. Quelle cose li (pausa). E comincio a raccontare. (abbassa la testa. capelli sul viso) recita Il popolo Maori crede che quando una persona muore… (si ferma. Guarda verso l’alto coprendosi gli occhi) Nuova Zelanda (pausa). Nuova Zelanda! (pausa) Un pizzico di etnico. Il sapore di qualcosa di poco conosciuto, di incontaminato (pausa). Qualcosa di ancestrale. Un richiamo alla madre terra, direi. (pausa) Anzi, sai cosa ti dico? E se partisse con una musica. Io ferma e la musica in sottofondo. Finisce la musica e io comincio (pausa). Una haka. Si, una haka. Tipo quella dei giocatori di rugby. Hai presente? (pausa) Il respiro della terra, un suono profondo, atavico. (pausa) Atavico! Proviamo? (rimane ferma in piedi. Testa abbassata. Capelli sugli occhi. Poi musica. Al termine della musica recita) Il popolo Maori crede che quando una persona muore il suo spirito ritorni al periodo più bello della sua sua vita per… silenzio (alza la testa. guarda verso l’alto coprendosi gli occhi) Però secondo me in piedi non va bene. Dovrei essere seduta. Magari po’ rannicchiata. Comunque non in piedi. (si siede per terra a gambe incrociate. Guarda verso l’alto coprendosi gli occhi) Cosi? (pausa. prova a parlare.) No, ma così vado male. Sono troppo insaccata. Non modulo bene la voce. silenzio (pensa.si guarda in giro) Ok, facciamo così. Leggi il seguito di questo post »

Im-mobili#01

In piove governo vago on 8 agosto 2012 at 10:45

Un uomo in piedi. Al centro del palco. Sguardo diritto di fronte a lui. Una luce illumina il viso. La luce crescerà  fino ad illuminare, al termine, l’intera sagoma per poi ritornare ad illuminare solo il viso

Globalizzazione (pausa) ah! (pausa) globalization (pausa) meglio (pausa) la mondialisation (pausa) bello! (pausa) globalisering (pausa) ah! (silenzio. La luce illumina fino all’altezza del petto. L’uomo muove lentamente la testa. Prima a destra poi a sinistra) Non fia loco ove sorgan barriere tra l’Italia e l’Italia (pausa) mai più (pausa) Manzoni (pausa) Alessandro (pausa) letterato (pausa) poeta (pausa.  con voce stridula) intellettuaaaleeee! (pausa) morto (pausa) forse solo morto (pausa) forse (pausa. con enfasi) la democrazia nasce ad Atene! (pausa. normale) Grecia (pausa) duemilacinquecento anni or sono (pausa) trattasi di aborto (pausa) democrazia (pausa) ah! (pausa) democracy (pausa) meglio (pausa) démocratie (pausa) bello! (pausa) demokratie (pausa) ah! (silenzio. la luce illumina fino a mezzo busto. si intravede una sedia alle spalle dell’uomo) come quando eravamo tutti uguali (pausa) tranne i diversi (pausa) feccia (pausa) in quanto diversi (pausa) dagli uguali (pausa) mica per altro (pausa) Pericle (pausa) chi? (pausa) Pericle parla (pausa. voce alta) a chi? (pausa) agli ateniesi (silenzio) togliete il vino all’uomo sul pulpito (pausaLeggi il seguito di questo post »