editoriali a cazzo di cane

Uot is lov

In piove governo vago on 7 novembre 2013 at 08:50

Qualche giorno fa ho compiuto quarant’anni…circa…circa quarant’anni. Capita, quando ci si trova più o meno nel mezzo del cammin della nostra esistenza, di ritrovarsi a riflettere sulle cose che si è fatte in tutto questo tempo; di pensare alle scelte giuste e sbagliate; di ricordare i bei momenti. Non dico con lo stesso atteggiamento di un ottantenne con un piede nella fossa e uno in coda alle poste ma più che altro come un viaggiatore che faccia il punto della situazione una volta giunto a metà del viaggio. Insomma, mi riferisco a quei momenti in cui ci si trova in totale solitudine con noi stessi. Momenti in cui ci si può concentrare e rilassare allo stesso tempo. Ascoltare solo il suono del tuo respiro e i pensieri vagano. Poi ti alzi dal water, ti pulisci, tiri l’acqua e va bene così. Ecco, in uno di questi momenti di straniamento mi sono ritrovato a pensare che a molti, non dico tutti ma a molti dei quesiti che mi sono posto nella vita sono riuscito a dare una risposta. Domande del tipo “ esiste Dio?”, “avrò spento il gas”, “sarò deficiente perché pago le tasse”, eccetera, eccetera, eccetera. E invece no. I miei punti saldi costruiti faticosamente in quarant’anni non sono poi così saldi. L’ho capito una sera. Qualche giorno dopo il mio…circa compleanno…sono uscito con una donna…senza pagarla…e non aveva optional; che ci crediate o no era una gnocca indescrivibile. Si, so a cosa state pensando, ma non aveva avuto un ictus. Ad ogni modo, vista la “gnoccaggine” del soggetto, ho deciso di prenotare in un ristorante molto alla moda, particolarmente elegante. Aveva le sedie, i bicchieri, le posate, la luce… insomma, una figata. Ci sediamo al tavolo, il cameriere ci porta i menù lei lo apre mi guarda e mi dice “Non spaventarti ma sono a dieta” e, per qualche strana congiunzione astrale che ella giustifica con teorie zoroastriane post LSD, comincia ad ordinare le pietanze presenti solo sulle pagine dispari…tutte, dal sedano in pinzimonio fino all’Amarula che è una crema di liquore, originaria dello Zimbabwe; gli ingredienti principali sono zucchero, panna e il frutto dell’albero denominato Marula , chiamato anche “Albero degli Elefanti” o “Albero del Matrimonio”. A metà cena gli altri commensali hanno cominciato ad applaudirla pensando che si trattasse di un gioco di illusionismo in cui spariscono i cibi. Più o meno all’altezza del filetto al pepe verde lei mi guarda e mi chiede “Secondo te, cos’è l’amore?” e, dato che la mia mente in quel preciso istante era divisa tra: “che cos’è l’amore?” stabile al uno virgola cinque percento e “ MI COSTERAI MINIMO, MA MINIMO, CINQUECENTO EURO PER QUESTA STRAGE DI INNOCENTI, SEI GNOCCA E SEI ANCHE PORCA…PERCHE’ LO SO CHE SEI PORCA, SE QUESTA SERA NON ME LA DAI…TI DENUNCIO PER TRUFFA” stabile al novantotto virgola cinque percento, l’unica risposta che è riuscita a profferire dalla m i a bocca è stata: “ Guardare te mentre mangi” (sottotesto: porca!). Grazie a Dio, finisce di mangiare. Pago con ricevute bancarie a trenta, sessanta e novanta giorni, l’accompagno sotto casa sua, chiacchieriamo un po’ e poi le dico “ Saliamo da te?”. Il processo per truffa comincia il ventisei di settembre ed il mio avvocato a detto che ho buone possibilità di vincere. Però… però…quella sera, mentre ero a casa disteso sul letto come un pirla, quella domanda mi ronzava in testa: che cos’è l’amore?. Fino a quel momento la mia visione di amore era stata più o meno: “Ciao come stai?” e conseguente accoppiamento estremo fino ad arrivare a starsi sulle balle e lasciarsi ma quella sera, non so perché, cominciai a pensarci in maniera profonda. Ripeto, non so perché. Non poteva essere quello che avevo mangiato perché aveva mangiato tutto lei; forse la fame. Comunque, sia stato quel che sia stato, ho passato tutta la notte in cerca di una risposta. Mi sono fatto dei bei cannoni ma ho anche pensato molto e alla fine l’ho trovata. Seguitemi. Gli esseri viventi più letali che un uomo può incontrare nell’arco della sua esistenza sono: la tigre siberiana, lo squalo bianco, il serpente corallo, l’orso polare, ebola e…una donna…qualsiasi; e non li ho nominati necessariamente in ordine decrescente di pericolosità. Ora, tutti questi esseri viventi hanno una caratteristica in comune: uccidono molto rapidamente. Certo, magari con alcuni si soffre di più e con altri l’agonia dura meno ma, in ogni caso, tutti uccidono con grande rapidità. Tutti…tranne uno. La donna non è come gli altri esseri che ho appena citato, le non ti sbrana ne ti avvelena, non ti concede la dignità di una morte rapida, nooo, una donna ti sugge l’energia vitale per anni fino a quando non ti consuma. Ti spara una specie di succhiotto pluriennale attraverso il quale sugge ogni tua volontà…e fa in modo che ti piaccia. E’ qui che palesa la sua malvagia furbizia e la sua superiorità…perché diciamocelo, dai, sono superiori, sanno ragionare ad un livello più elevato che non…tette, culo passera. Quando un uomo incontra una tigre siberiana, piuttosto che un serpente corallo o un virus, nel suo apparato cerebrale avvengono delle reazioni; il suo paleo cervello, la parte più antica del cervello quella in cui, per capirsi, risiedono gli istinti primordiali come la sopravvivenza, si attiva prendendo il soppravvento e comincia a trasmettere messaggi al subcosciente; messaggi del tipo “E’ un orso! Idiota! Non ti sta correndo in contro perché vuole giocare con te!” oppure “ Forse è il caso che tu prenda in considerazione il fatto di…SPAPPOLARE CON UNA MAZZETTA DA CINQUE CHILI LA TESTA DI QUELLA SCHIFOSISSIMA BISCIA, PEZZO DI DEFICIENTE!”, la qual cosa fa si che l’uomo in questione reagisca di conseguenza. Quando si incontra una donna questo processo, per motivi ancora sconosciuti, non viene portato a buon fine. Non è che il tuo paleo cervello non si attivi, oh lui si attiva eccome, molto più che non nel caso della presenza di un orso polare, solo che non riesce ad ottenere il risultato previsto. Quindi la situazione un po’ paradossale che si viene a creare è più o meno questa: da una parte il tuo paleo cervello che dice “ Si, niente da dire, bella gnocca, però tu adesso ti giri, ti allontani con una scusa, sali in macchina, sgommi, corri a casa abbattendo il codice della strada chi se ne fotte, ti fai un bel raspone sotto le coperte, ti addormenti e domani è tutto passato.” Mentre, dall’altra parte il tuo subconscio non dice cose particolarmente interessanti, emette più che altro dei suoni gutturali intervallati da parole tipo: culo, tette, sesso. Però ti porta ad assumere una espressione tra l’ebete e l’infinito tipo quella di E.T. quando vede atterrare l’astronave madre e fa di conseguenza emettere dei suoni al tuo apparato vocale che sono più o meno “tao come ti tiami?” Lei, la donna, che evolutivamente è più avanti di te di circa cinquemila anni, sa che il tuo paleo cervello sta ancora infilandoti le balle cercando di convincerti a vaporizzarti sull’istante e quindi adotta la tecnica dello stordimento che consiste più o meno in:

1) sbattimento di occhioni con cadenza di circa 22 secondi

2) umettatura delle labbra alternata a passaggio di lingua in modo appena percettibile sul labbro inferiore

3) scuotimento e accarezzamento di capelli

4) Strusciamento, definito dalla belva come involontario.

Tutto ciò per l’intera durata della sera; per due sere consecutive. Mentre lei mette in atto il suo piano nel tuo cervello si susseguono alternativamente stati d’animo del tipo: “E’ la donna della mia vita”. “Stronza!”. “Voglio che sia la madre dei miei figli”. “Ti puzza l’ascella!” “ Voglio passare il resto della mia esistenza con lei” “Puttana!”. Al termine, il terzo giorno, quando il tuo sistema ormonale è in preda ad un esaurimento nervoso, durante il momento clou della serata in cui tu le dai la buonanotte, lei sferra l’attacco finale. Ti caccia in bocca all’improvviso diciotto e dico diciotto siore e siori! centimetri di lingua ravanandoti l’apparato digerente per quattro minuti netti e facendo si che questa gastroscopia godereccia faccia prendere il soppravvento alla tua parte E.T. mentre il tuo paleo cervello ti trasmette più o meno “ Ma và cagare deficiente!”. Da quel momento in poi parte il super succhiotto pluriennale suggi linfa di cui sopra che ti fa entrare in un tunnel senza uscita. Da un giorno all’altro i tuoi gusti cambiano. Ciò che prima adoravi: il calcio, le serate con gli amici, i lap dance, gli sballi… il giorno dopo non ti piacciono più. Cioè, tu ancora non lo sai ma è già stato deciso che non ti piaceranno più. Giorno dopo giorno la donna ti sugge la vita e ti inietta parte della sua. Ad un certo punto non solo il tuo futuro è deciso ma anche il tuo passato. Ti guardi indietro e tutto è annebbiato, confuso: “Io che mi ubriacavo? ma quando mai? Ma se sono astemio”. “Avrei voluto accoppiarmi con trequarti dello staff femminile e non solo, di mediaset? Spiacente ma non appartiene al mio stile”, “Ci facevamo le canne e poi ridevamo come dei deficienti tutta la notte? Guarda che ti sbagli con un altro”. Ogni tanto, quando sei in silenzio, nella tua mente risuona l’eco di un “coglione!”; è il tuo paleo cervello che cerca di inviare inutilmente messaggi. E la cosa prosegue. Tu che prima con l’investimento di venticinque euro dai cinesi rinnovavi il tuo guardaroba coprendo l’intera esigenza annuale ora ti ritrovi a spendere duemilacinquecento euro a stagione per indossare improbabili vestiti acquistati in negozi specializzati per diciottenni andando in giro come un bambino gigante affetto da senilità precoce. Rinunci al calcio! Il calcio, che fa parte del tuo codice genetico da più quarantamila anni! Ancor prima che il calcio nascesse la natura ti aveva geneticamente predisposto ad amarlo. Ti stanno sulle balle le moto perché fanno troppo casino e cominci a vaneggiare sostenendo teorie tipo “ Non mi piacerebbe scopare un passera stupenda ma stupida perché non avrei soddisfazione. “Coglione!” è sempre il paleo cervello che ci prova disperatamente. E si va avanti. Nel frattempo hai perso la maggior parte degli amici e quelli che ti sono rimasti ti coglionano “ Esci questa sera? Ci facciamo una birra e poi ci sono le amiche di marco, le porcone quelle che…ah già dimenticavo, tu non puoi” e tu che pensi “ Beh meglio loro con le porcone o meglio io a casa, in divano in tuta a vedere il dvd del film di Natale dei Vanzina? Meglio io, cazzo!”. Intanto il paleo cervello è andato in cassa integrazione. Ogni tanto, però, qualcosa succede; la tua parte di mente cassa integrata riesce, per vie traverse, ad eludere i controlli e a farti giungere messaggi inizialmente blandi tipo” Si, è un periodo un po’ così, in fin dei conti desiderare un’altra non è andarci veramente”. Lentamente rincara la dose “ Beh, al massimo ci vado una volta, cosa sarà mai, serve a ravvivare il rapporto”. Fino ad inviarti messaggi abbastanza espliciti: “Scopala! Cazzo scopala! Ci sta! Sbattila ovunque! Molla la creatura diabolica! Chi se ne fotte se è una pecora! Cos’è, stiamo a sottilizzare sulla specie adesso? E’ una femmina? Si! Allora scopala!”. E tu ci vai; non con la pecora, con un’altra donna e lei, la creatura diabolica, che è sempre più avanti di te di cinquemila anni, ti scopre, ti fa scenate e ti getta addosso una quantità di sensi di colpa tale per cui se scoppia un terremoto in Indonesia ti senti una merda perché sotto sotto è colpa tua. E poi cosa fa? Si scopa un altro per vendetta? Nooo! Se ne scopa altri due? Macché! Va a letto con il tuo migliore amico? Magari! Non te la dà più? Non ci sarebbe niente di strano. No, lei fa la cosa peggiore che ti possa fare, la cosa che dimostra la sua malvagità e la sua appartenenza al modo degli inferi…ti perdona! Scacco matto! La fine! This is the end fratello. Il tuo paleo cervello saluta e se ne va smadonnando in ferie permanenti e tu, tu, da quel momento e per il resto della tua insulsa vita sei rovinato. Da quel momento sei completamente in sua balia. Da quel momento le è concesso tutto e tu devi accettare. Si comincia con la convivenza, il mutuo, la casa nuova con il giardino di cui tu! ti devi occupare, i mobili stile country effetto vomito , le ferie che…” ti dispiace se andiamo dove voglio io, vedrai ti piacerà”, Natale con i suoi e Pasqua..con i suoi perché ai tuoi stai sulle balle, non ti parlano nemmeno più e ti preferivano di gran lunga quando ti drogavi e, dulcis in fundo, i bambini, quelle cose piccole, indescrivibili, che si muovono come scimmie alcoliste, con la capacità innata di distruggere qualunque cosa compresi oggetti indistruttibili prodotti dalla NASA con materiale extraterrestre. Quegli esseri che smerdano dappertutto, sputano, urlano e che con quel piccolo corpicino sanno emettere odori paragonabili solo ad un lago di escrementi profondo cinquanta metri e con l’estensione del comune di Milano. Come se non bastasse, giunti a questo punto, il succhiotto pluriannuale genera un nuovo effetto che tu non conoscevi e cioè: il tempo comincia a scorrere più velocemente…per te …per lei no. Tutto ciò fa si che tu arrivi a settant’anni tra sensi di colpa, urla, smerdamenti, ferie infami, feste con i suoi…anche dopo morti perché cenate con le foto sulla tavola e pur avendo la stessa età lei ha ancora quarantacinque anni. Alla fine… alla fine ti ritrovi in un letto con il cervello più sfatto delle pappette con cui ti nutrono, incapace di muoverti, pisciandoti addosso…con lei sempre lì, cazzo! che ti parla come se fossi il fratello stupido di Rain Man “Ah! Ah! Ah! Biricchino, non si fa la pipì addosso, bisogna avvisare!” Ma vaffanculo, sono bloccato in un letto, incapace di parlare perché mi pare di avere un rotolo di moquette in bocca….sono dici minuti che scorreggio per avvisare che devo pisciare…come vuoi che ti chiami? Tu, che desideravi perire tra la gloria combattendo Serse con gli spartani al fianco di Leonida. Tu che volevi morire da eroe salvando il mondo innescando un ordigno nucleare che facesse esplodere un meteorite diretto in collisione con la terra un secondo prima…perché è sempre un secondo prima….che si superasse il tempo limite… tu…finisci la tua esistenza in maniera miserrima con una scassa palle al tuo fianco, accompagnata da…”un nuovo amico che non conosci ma che mi sta molto vicino in questo periodo difficile”. Il suo! Difficile! E che continua a rimproverarti ricordandoti che non sai più controllare le emissioni del tuo ex megapisello. E all’ultimo istante, quando il respiro si affievolisce e tutto finalmente è pace, la vita non ti scorre davanti come l’hai vissuta, nooo! la vita, che è bastarda in quanto femmina, cosa fa? Ti fa scorrere davanti ciò che sarebbe stato se non avessi conosciuto l’essere infernale; ti fa vedere le serate con gli amici che hai perduto, le donne stupende con cui non sei mai stato, i festini ipnotici, i concerti mai visti, le partite allo stadio che non hai festeggiato…tutto ciò che avresti desiderato che non hai mai avuto e che non potrai mai avere. E dopo tutto ciò…al termine…nell’ultimo istante dell’ultimo respiro…dopo che la vita ti è stata succhiata via dall’essere più letale che tu abbia mai incontrato nella tua misera esistenza…ancora una volta…incapace di reagire…di assecondare il tuo ormai inesistente istinto di sopravvivenza…a chi va il tuo pensiero? A lei…al suo viso…al suo sapore…alle indescrivibili emozioni che ti ha dato…e a quanto l’hai amata.

…se non è amore questo.

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